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TIRO al BARATTOLO

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PARROCO RIFIUTA LA COMUNIONE A BAMBINO DISABILE: "INCAPACE DI INTENDERE E VOLERE"

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Per quello che ho capito della disabilità, mi pare di intravedere in essa un grande mistero (e come mistero intendo progetto) in cui Dio mette a confronto e provoca la cosiddetta normalità.

La disabilità è un limite, un luogo di confine dell'umanità e, come tutti i confini, sono luoghi di rapporto con l'alterità. Noi siamo talmente abituati a noi stessi e alle nostre normalità che quasi non ci comprendiamo più. La disabilità ci fa confrontare con una umanità altra che ha la capacità di sviluppare altre normalità. Nel confronto impari il disabile è sempre perdente (sviluppando reazioni provocatorie), ma questo non significa che sia vincente il c.d. normale, anzi si conferma nei propri limiti. In un confronto paritetico, invece si scopre quanto siano profonde e altre le potenzialità dell'uomo e gli orizzonti si allargano.


Quando si afferma l’incapacità di intendere e di volere non si fa una affermazione assoluta, ma è una affermazione relativa a parametri più o meno derivanti da una analisi statisticamente avvalorata. In una analisi statistica i portatori di disabilità, nella loro variegata manifestazione e in numeri relativamente bassi, non contano.


Faccio un esempio facile. Uno sa leggere quando emette quei suoni che convenzionalmente sono legati ai segni che sono impressi su un foglio di carta, se uno legge correntemente significa che ha compreso quello che legge, la maggior parte delle persone fanno così. Questo modo di capire il binomio lettura/comprensione ci condiziona a tal punto da non capire che potrebbero esserci altri modi di leggere e di capire e dunque di comunicare.


Il mondo tende a uniformarsi, ci sono le tendenze e le mode; è un fenomeno diventato planetario favorito dai mezzi di comunicazione che finisce per appiattire … il disabile esce dal coro e in qualche modo fa problema anche perché ogni disabile è un mondo a sé e non è uniformabile neppure nella sua disabilità.


Il c.d. normale, nello sforzo di entrare in relazione con il disabile, scopre realtà della sua stessa umanità a cui non è abituato ed in qualche modo disarmano e spaventano. Liberandosi dal timore riesce a scoprire quanto l’Uomo sia più grande di quanto immaginasse ed i suoi confini più ampi.